L’informatizzazione della sanità ha fatto negli ultimi anni notevoli progressi, alcuni di questi accelerati dalla pandemia da Covid-19. La necessità di garantire le cure anche a distanza, non solo in situazioni straordinarie o di emergenza, ha infatti favorito la digitalizzazione dei documenti sanitari, come ad esempio le ricette mediche. Ma la vera rivoluzione riguarda i settori, in costante crescita, della telemedicina e della telefarmacia.
In Italia il 45% dei cittadini si dichiara disposto a sostituire gli appuntamenti medici di routine con consulti virtuali a distanza. Questa inclinazione positiva non riguarda solo le generazioni più giovani, ma anche i 45-54enni. Sono i dati di una recente ricerca a cura di VMware, da cui emerge inoltre che 73% degli italiani ritiene che le tecnologie digitali contribuiranno al contenimento del Covid-19, mentre il 57% ripone fiducia nella chirurgia a distanza.
Nel dettaglio, il teleconsulto è un’attività di consulenza a distanza, fra medici o altri professionisti, che consiste nell’effettuare una diagnosi o indicare una terapia senza richiedere al paziente di recarsi fisicamente e più volte in diverse strutture. Nella televisita invece è richiesto il contatto telematico tra medico e paziente per effettuare una visita medica.
I benefici sono svariati e su più livelli: consentire la comunicazione medico-paziente anche quando la visita in presenza è resa impossibile dalle circostanze; aumentare la frequenza dei contatti; evitare lunghe attese e assembramenti; ottimizzare i tempi e i costi dovuti ad esempio agli spostamenti fisici per raggiungere le strutture.
Una visione smart di Healthcare, quindi, che guarda al futuro e che si sposa con una concezione globale di salute e benessere della persona. Per questo sempre più piattaforme di welfare integrato includono nella loro offerta anche i servizi di telemedicina.
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