“Con l’intervista del Sottosegretario Baretta sul Corriere della Sera di oggi che sopisce ogni dubbio sul futuro di quota 100 fissando l’orizzonte temporale alla sua scadenza naturale ci auguriamo che l’attacco giornaliero contro la predetta misura pensionistica, all’interno della stessa maggioranza di Governo, venga a finire”. Lo dichiara in una nota il Segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga. “Lo diciamo convinti che quando si mette anticipatamente in discussione quota 100, in realtà, si compie un attacco contro i lavoratori e le lavoratrici, perché si crea incertezza e confusione aumentando, paradossalmente, la voglia di andare in pensione anche in quelli che non ci pensano. Le economie realizzate dalla misura previdenziale continuamente sotto attacco, inoltre, certificano appieno la sua sostenibilità, se mai quel che non va bene è che i risparmi non vengano reinvestiti nella previdenza per realizzare un progetto che restituisca ai lavoratori flessibilità in uscita dal mercato del lavoro ed ai pensionati l’attesa rivalutazione dei trattamenti. Così come riteniamo che si debba superare l’attuale “solfa” per cui andare in pensione con 38 anni di contributi e 62 anni di età, a cui bisogna aggiungere alcuni mesi di “finestre” che spostano avanti nel tempo il momento in cui si riscuote la prima mensilità di pensione, sia un privilegio. Lo diciamo anche perché nel dibattito in corso sfugge che l’età media di quelli che hanno utilizzato Q100 è ben superiore ai 62 anni. L’auspicio è che venga aperto fin dal mese di gennaio il confronto sul tema delle nuove regole nell’accesso alla pensione così come prefigurato dal Sottosegretario, tema molto delicato che non può essere banalizzato anche in considerazione della notevole differenza fra i lavori, molti dei quali usuranti e gravosi, ma non riconosciuti tali. Per questo bisogna da subito far partire le Commissioni di studio sui lavori gravosi e sulla separazione tra previdenza ed assistenza, realizzando immediatamente quelle misure capaci di restituire equità al sistema ed in particolare alle donne ed ai giovani, rispetto ai quali l’attuale modello pensionistico è oggettivamente avaro. Sovente riaffiora, inoltre, la contrapposizione fra “quota 100” ed il futuro dei giovani: ragionamento non corretto. Le prospettive per i giovani sono legate al lavoro ed alle possibilità di occupazione che possono generarsi solo all’interno di una vera e convinta strategia di sviluppo economico del Paese, aspetto che sovente passa in secondo piano nei dibattiti in corso. Rispetto alla questione fiscale ribadiamo che per la Cisl il taglio del cuneo fiscale è importante e delicato. Per questo è opportuno aprire un confronto serio con il Governo sulle modalità di redistribuzione del cuneo, sapendo che ci saremmo aspettati di più nel 2020 e che le risorse previste per il 2021 sono insufficienti. Riteniamo che l’intervento sulla riduzione delle tasse in busta paga debba essere l’anticipazione di una più vasta riforma dell’Irpef che, agendo su detrazioni, aliquote e scaglioni, riduca la tassazione, in particolare su lavoratori dipendenti, mantenendo la progressività ma al contempo semplificando e rendendo più equo il nostro sistema fiscale. Importante appare, in tal senso, l’intenzione di approvare all’inizio del nuovo anno una legge delega per la riforma complessiva dell’IRPEF rispetto alla quale sollecitiamo il confronto con le organizzazioni sindacali per superare le attuali distorsioni presenti nel sistema”.
Fonte: Cisl – 06 gennaio 2020