Prevenzione e coaching nutrizionale
Tra gli effetti negativi della pandemia sui più giovani vanno sicuramente enumerati l’eccessiva sedentarietà e l’aumento dell’assunzione di cibi calorici. I periodi di isolamento prolungato hanno infatti portato all’interruzione delle attività sportive e a squilibri alimentari, peggiorando ulteriormente una situazione che aveva già preso negli ultimi anni una piega preoccupante.
L’Italia, culla della salutare e rinomata dieta mediterranea, non è purtroppo esente dalle conseguenze di questo allarmante trend. E, anzi, si colloca al quarto posto in Europa nella classifica delle nazioni più a rischio. Il nostro, spiega la Presidente della Società italiana di pediatria, Annamaria Staiano, è «uno dei Paesi europei con il più alto tasso di prevalenza dell’obesità infantile, preceduta solo da Cipro, Spagna e Grecia». In Italia, infatti, i bambini che presentano una condizione di obesità sono il 9,4% del totale, mentre quelli in sovrappeso circa il 20%.
Nel mondo si contano oggi circa 120 milioni di bambini e adolescenti obesi: un numero che, negli ultimi quattro decenni (dal 1975 al 2016), ha conosciuto un aumento esorbitante, di oltre dieci volte: da 5 a 50 milioni tra le femmine e da 6 a 74 milioni tra i maschi (Nature Metabolisme 2020).
«L’obesità – prosegue la dott.ssa Annamaria Staiano – è un modello precursore di malattie croniche che il Servizio sanitario nazionale deve affrontare in epoche successive della vita. Occorre investire sulla prevenzione di questa emergenza sociale e delle sue complicanze. Sono infatti in aumento anche le malattie correlate, tra cui il diabete di tipo 2, in crescita tra i bambini e che paradossalmente in passato veniva chiamato diabete dell’adulto».
Per contrastare l’insorgere di obesità e sovrappeso, le strategie consigliate dagli esperti comprendono sempre un’alimentazione sana, attività fisica equilibrata e sonno corretto.
Un supporto specializzato può provenire oggi da nuove figure professionali, i nutrition coach: professionisti che si occupano di educazione alimentare, il cui scopo è proprio quello di “educare alla salute” e ad una corretta alimentazione. Alle competenze da nutrizionista infatti vengono affiancate le metodologie relazionali del coaching, con un approccio pragmatico indirizzato al superamento degli ostacoli e alla ricerca delle soluzioni più efficaci. L’obiettivo è rafforzare la capacità del soggetto di compiere scelte “salutari”, in autonomia, nella vita di tutti i giorni.