I numeri degli effetti del Covid-19 sulla salute mentale della popolazione sono impressionanti, non solo su chi è stato contagiato dal virus, ma anche su chi ha risentito dei fattori indiretti dovuti a all’isolamento, alla perdita degli affetti e ai problemi finanziari.
Secondo i dati diffusi da Claudio Mencacci, co-presidente della Società italiana di Neuropsicofarmacologia, «con un aumento del 26% della depressione e con un +28% dei disturbi d’ansia, la quinta ondata della pandemia in Italia è già in atto: è quella che affligge la mente». Un malessere generalizzato che esula, quindi, dal contagio in sé e che coinvolge sempre più persone, in particolar modo le categorie più sensibili come giovani, disoccupati, indigenti e anziani.
In base ai risultati di un’indagine svolta dal Cnr-Irib di Messina in collaborazione con le Università della Calabria e della Magna Graecia di Catanzaro, il 60% circa degli psicologi, in seguito alla pandemia, ha registrato un aumento di nuovi pazienti. Tra i sintomi prevalenti: ansia, depressione e disturbi del sonno.
Luigi Cancrini, psichiatra e psicoanalista, fondatore del “Centro di terapia familiare e relazionale”, afferma che «c’è una vera e propria epidemia di ansia e depressione nella popolazione», inoltre «nelle famiglie costrette a contatti troppo continui, senza lo sfogo del “fuori”, sono esplosi conflitti di coppia e tra genitori e figli. Abbiamo avvertito tutti, più o meno consapevolmente, un senso di fragilità. Abbiamo capito che possiamo essere colpiti da qualcosa che non controlliamo. Questo destabilizza».
Lo psicologo e psicoterapeuta Stefano Callipo, presidente dell’Osservatorio Nazionale Violenza e Suicidio, parla di “distanziamento emotivo”: «Lo stravolgimento delle nostre regole di vita che dura da circa due anni, così come le nostre insicurezze, le nostre paure, l’infodemia, unitamente ai timori di essere contagiati o di entrare in contatto con un positivo asintomatico, ci stanno cambiando profondamente. Cambiano le nostre relazioni sociali, persino a livello intrafamiliare, la nostra percezione dell’altro e anche del tempo. E spesso senza che ce ne accorgiamo».
In questo articolo abbiamo già affrontato il delicato tema degli effetti negativi della didattica a distanza sui bambini e sugli adolescenti. Un tassello importante che si inserisce nel più ampio mosaico di problemi e difficoltà che in molti casi hanno compromesso gli equilibri all’interno del nucleo familiare.
L’onda lunga del Covid continua ad avere un’influenza negativa sui rapporti interpersonali, sociali e familiari, causando un aumento dell’incomunicabilità, delle forme di disagio e di violenza domestica. Tra le cause scatenanti di separazioni e divorzi, si sono aggiunte recentemente le divergenze sul vaccino anti Covid, in moltissimi casi motivo di crisi all’interno della coppia, spesso già provata dalle difficoltà economiche, dalla gestione dei figli in DAD o dagli isolamenti forzati.
Negli ultimi due anni, inoltre, c’è stato nel nostro Paese un incremento di crisi adottive a distanza di pochi mesi dall’arrivo di un figlio tanto atteso. «Pesano i tempi più brevi di conoscenza nel Paese estero e un inserimento in famiglia senza il supporto delle altre agenzie educative», afferma Vincenzo Starita, vicepresidente della Commissione Adozioni Internazionali.
In un quadro così complesso e instabile per le famiglie, gli esperti suggeriscono di non lasciare che gli eventi prendano il sopravvento: ascoltarsi a vicenda, leggere tempestivamente i campanelli d’allarme e interpretare i sintomi sono passaggi fondamentali per trovare o riconquistare la serenità. Praticare uno sport, dedicarsi a un hobby e ad attività di aggregazione sociale può aiutare a ritrovare un equilibrio psicofisico con sé stessi e con gli altri, ma se il disagio persiste è fondamentale riconoscere il proprio malessere, o quello dei propri familiari, e rivolgersi a un professionista, guardando alla psicoterapia non solo in termini di “cura” ma anche di promozione del benessere mentale.
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