Tutte le detrazioni per la riqualificazione energetica previste nel Decreto Rilancio
L’emergenza Coronavirus e il lockdown ci hanno spinto a riflettere sul rapporto tra spazi urbani e ambiente naturale. L’acqua limpida dei canali veneziani, gli anatroccoli a spasso nel lungotevere della Capitale, i cinghiali per le strade di diverse città italiane: la natura si è ripresa i suoi spazi. È evidente che la presenza o l’assenza dell’uomo fa la differenza.
Quale migliore occasione della giornata mondiale dell’ambiente, che ricorre oggi, per ripensare il nostro rapporto con la natura e immaginare insieme un futuro green e sostenibile.
Questa ricorrenza fu istituita nel 1972 dalle Nazioni Unite al fine di portare la sensibilizzazione e la cooperazione su problematiche ambientali su un piano internazionale.
L’edizione 2020 è dedicata al tema della biodiversità: l’interdipendenza che lega l’uomo agli altri componenti dell’ecosistema in cui vive ha dirette conseguenze sulla qualità dell’aria che respiriamo, del cibo di cui ci nutriamo e dell’acqua che beviamo.
Ma cosa possiamo fare, nel concreto, per fare la nostra parte nella salvaguardia dell’ambiente? Senz’altro un modo per agire in modo decisivo sulla vita di ogni giorno è percorrere la via del risparmio energetico: sposare uno stile di vita sostenibile ponendo maggiore attenzione sull’impatto ambientale delle nostre attività, anche quelle che riteniamo banali o che diamo per scontate, come per esempio l’utilizzo di impianti di riscaldamento e climatizzazione.
In Italia, con il Decreto Rilancio (D.L. 34/2020, articolo 119), il governo ha previsto diverse detrazioni per opere di riqualificazione energetica che possono avvalersi del Superbonus del 110% per tutte le spese sostenute nell’arco temporale tra 1 luglio 2020 e 31 dicembre 2021.
I contribuenti che vorranno usufruirne dovranno realizzare i lavori con il fine dichiarato di migliorare le prestazioni energetiche dell’edificio.
La norma prevede tre tipologie di interventi in grado di assicurare la detrazione del 110%:
- interventi di isolamento termico delle superfici opache verticali e orizzontali che interessano l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio medesimo;
- interventi sulle parti comuni degli edifici per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti centralizzati per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria a condensazione, con efficienza almeno pari alla classe A di prodotto;
- interventi sugli edifici unifamiliari per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria a pompa di calore, inclusi gli impianti ibridi o geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici e relativi sistemi di accumulo, ovvero con impianti di microcogenerazione.
Insomma, sostituire un vecchio condizionatore con uno nuovo, ad esempio, può davvero fare la differenza. Per consultare il decreto completo clicca qui