Si stima che oggi in Italia oltre 3 milioni di persone soffrano di Dca, disturbi del comportamento alimentare, come ad esempio anoressia o bulimia: un numero allarmante, considerato che nel 2000 i casi erano solo 300mila.
L’incremento più consistente (+30%) si è registrato durante la pandemia e a destare preoccupazione è in particolar modo l’abbassamento dell’età di esordio. Come ha infatti recentemente ricordato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, “ci sono segnali di allarme anche in bambini prima degli 8 anni”.
A partire dal 1° aprile, con l’aggiornamento dei Lea (Livelli essenziali di assistenza), i soggetti affetti da disturbi alimentari possono esercitare il diritto di usufruire gratuitamente di 32 prestazioni di specialistica ambulatoriale relative a monitoraggio, prevenzione, complicanze e aggravamenti delle patologie: alle 16 già esistenti si aggiungono quindi altre 16 nuove prestazioni, tra cui il prelievo di sangue venoso, la visita di controllo, la visita psichiatrica e la psicoterapia.
Con un emendamento al decreto Milleproroghe è infatti stato rifinanziato il fondo per i disturbi alimentari. Tale fondo, che per gli anni 2022 e 2023 ha previsto una dotazione iniziale di 25 milioni di euro, è stato incrementato di ulteriori 10 milioni di euro per l’anno in corso, con la Legge 23 febbraio 2024, n. 18.
I nuovi fondi saranno impiegati anche per realizzare strutture e servizi dedicati, come ad esempio ambulatori specializzati nei Dca, servizi residenziali, semiresidenziali ed ospedalieri per il ricovero in caso di rifiuto delle cure e necessità di nutrizione artificiale.
I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione influiscono negativamente sullo sviluppo e sulla salute psicofisica e rappresentano un disagio profondo e di complessa natura, le cui cause possono essere legate sia al vissuto personale che al contesto sociale. Con la pandemia abbiamo assistito a una diffusione senza precedenti di queste patologie, che riguardano tutt’oggi un numero di persone decisamente più alto rispetto al periodo pre-Covid.
Per questo la prevenzione riveste un ruolo cruciale, comprese le iniziative di informazione e sensibilizzazione. È inoltre importante ricordare al cittadino quali sono gli strumenti a sua disposizione per affrontare e combattere queste patologie. Tra questi, il cosiddetto “Codice Lilla”, un percorso ospedaliero già presente in molte realtà sanitarie che consente ai pazienti con questi disturbi l’accesso al pronto soccorso e ai Dipartimenti di Emergenza.