Nel 2022 le banche italiane hanno chiuso 554 sportelli sul territorio nazionale, registrando un’ulteriore contrazione del 2,6% rispetto al 2021. Aumenta quindi il numero dei cittadini che non hanno accesso a una filiale nel proprio comune di residenza, superando quota 4 milioni (250mila in più rispetto all’anno precedente). È il quadro preoccupante delineato dall’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl.
La “fuga” delle banche dai territori non riguarda solo i piccoli centri, e i numeri sono destinati a peggiorare. Nel 2022 le regioni più colpite sono state Lombardia (-3,6%), Lazio (-3,5%), Molise (-3,4%) e Friuli Venezia Giulia (3%). In alcune regioni le banche sono praticamente scomparse: in Molise, ad esempio, i comuni ormai privi di sportelli sono bel l’82%.
Le conseguenze sono pesanti, non solo per milioni di cittadini, in particolar modo per i soggetti più fragili, come gli anziani, che dovranno fronteggiare disagi non indifferenti. Anche per molte piccole imprese, infatti, la chiusura delle filiali è una importante problematica: quando vengono meno le relazioni delle filiali con la clientela, a risentirne è soprattutto il credito. Notevoli le ripercussioni indirette di questa situazione: meno credito significa meno imprenditoria, meno lavoro, quindi meno giovani e, in ultima analisi, spopolamento di interi territori.
Un argomento quindi complesso e sfaccettato che merita di essere studiato per evitare conseguenze che potrebbero essere deleterie per il tessuto sociale e per lo sviluppo del nostro Paese. Ed è proprio questo l’obiettivo dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl, che si pone l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e proporre soluzioni concrete.
Come ha dichiarato il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani, “per combattere la desertificazione bancaria è necessario incentivare e promuovere la biodiversità bancaria. Siamo nell’epoca della banca-impresa a capitale privato ed a carattere universale e nessuno pensa di tornare indietro, ma abbiamo bisogno di valorizzare la diversità tra le banche da un punto di vista dimensionale, di tipologia di business, di forma societaria. Questo è ancor più urgente oggi che il sistema bancario è chiamato a svolgere un ruolo determinante nell’attuazione del Pnrr, contribuendo alla transizione ecologica e digitale del nostro sistema produttivo in un’ottica di inclusione sociale”.